Oggi vado sul personale, sarà la pioggia, sarà che la primavera mi mette irrequietezza, sarà che di tanto in tanto fa bene ricordare certe cose.
Chiacchieravo al telefono con mia sorella – vivendo in città diverse, facciamo lunghe conversazioni a distanza, tutti i giorni. E a un certo punto ci siamo ritrovate a ripercorrere alcuni momenti bui degli anni passati, del periodo del lockdown e di tutto ciò che è avvenuto in seguito.
Sono pendolare e raggiungo la sede di lavoro con il treno e poi il tram. In epoca Green Pass fino a un certo punto “mi era consentito” prendere treni regionali e mezzi pubblici, poi neanche quelli.
Lo so, mi direte che una vera ribelle non avrebbe dovuto piegarsi e avrebbe dovuto continuare a fare tutto ciò che era nostro diritto fare. Ahimè, non sono una vera ribelle e mi sono piegata alla dittatura: a un certo punto imposero l’obbligo del Super Green Pass, quello elargito solo ai Super Vaccinati, e sono rimasta a piedi. A casa (non ho la patente, quindi mezzi pubblici o nulla).
Sono rimasta a casa per un mese – il lavoro per fortuna mi consentiva di farlo, almeno per un breve periodo.
In quel mese ho pensato a tutte le soluzioni possibili e immaginabili, perché di sicuro dovevo risolvere in tempi brevi. Ho pensato di prendere in affitto una stanza nella città dove lavoro, spendendo quel poco che guadagno. Ho pensato di fregarmene e di viaggiare lo stesso. Ho pensato di cercare passaggi nei gruppi che in quel periodo cercavano di ovviare al mio stesso problema con una rete solidale che non sempre funzionava. Alla fine, tramite Facebook, un’anima pia, un’estranea, mi è venuta incontro: una giovane donna, mia coetanea (chi lo sa se posso definirmi ancora giovane donna? Ahahaha), si è offerta di accompagnarmi tutti i giorni in macchina, pagandole giusto le spese per la benzina.
Due mesi così, debitrice ad una sconosciuta.
Nello schifo generale, qualcosa di bello da poter raccontare. Una di noi, come siamo soliti chiamarci noi che abbiamo avuto gli occhi aperti durante gli anni terribili del Covid.
Mi dispiace di non essere stata battagliera, ma conservo sempre l’orgoglio di essere stata saggia e di non aver commesso passi falsi, né atti criminosi nei confronti del mio corpo.
E chiedo ancora vendetta.
Non solo giustizia ma vendetta.